Chiacchiere, frappe, bugie, frappole, crostoni, cenci … tanti nomi …un’unica golosità.

Si tratta del dolce tipico del periodo carnascialesco.
Come sempre, quando si tratta di dolci così antichi, le sue origini non sono certe. Due le ipotesi più accreditate. La prima attribuisce i natali alla città di Napoli: si narra che un pomeriggio la Regina di Savoia, intenta a “chiacchierare” con i suoi ospiti abbia, a un certo punto, convocato il suo cuoco perché offrisse ai presenti un dolce nuovo adatto alla piacevole atmosfera del momento. Il cuoco, ispirato, pare abbia realizzato la prelibatezza giunta fino a noi. La seconda ipotesi, invece, ne fa risalire le origini all’epoca romana e in particolare al periodo definito dei “Saturnali”, ossia dei festeggiamenti dedicati a Saturno durante i quali l’ordine sociale era “sovvertito” e si potevano indossare una maschera e abiti dai colori sgargianti. Durante quei festeggiamenti, che di solito ricorrevano dal 17 al 23 dicembre, si preparavano dei dolci non elaborati e dagli ingredienti poveri che venivano chiamati “frictilia” perché venivano fritti nel grasso del maiale. Questi dolci venivano poi distribuiti alla folla festante.
La nostra certezza è che le chiacchiere sanno far venire l’acquolina in bocca e tentano tutti i palati. Hanno un aspetto tipico caratterizzato dalla sfoglia sottilissima a forma di rettangolo piena di bolle, con due tagli al centro, sono fritte nell’olio, riccamente cosparse di zucchero a velo e croccantissime. Pochi e semplicissimi gli ingredienti della ricetta che però subisce piccole variazioni a seconda della regione: farina, zucchero, uova, liquore, burro e scorza di limone grattugiata. Possono essere consumate al momento oppure, se ben conservate, possono durare per qualche settimana. Esiste anche la variante al forno per i più salutisti; i più golosi, invece possono dare libero sfogo alla fantasia e associarle, come già accade, con il cioccolato fondente, il miele, la crema, …
Tra le varianti si annoverano anche ricette prive di glutine perché preparate con farina di riso, o vegane (senza burro), integrali, … insomma un dolce antico che si veste di modernità anche grazie alla rivisitazione della sua ricetta!
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